La Lattoferrina una probabile risposta al covid-19

 

Introduzione

La recente pandemia da SARS-COV-2 ha riunito gli sforzi degli Scienziati di tutto il mondo per studiare terapie efficaci contro la malattia. Durante la pandemia è emerso che bambini e lattanti, pur essendo contagiati dal virus, avevano sintomi molto più lievi degli adulti e solo in rarissimi casi l’infezione si aggravava. Ancora molto c’è da capire su questo aspetto, ma tra le motivazioni si pone l’attenzione sul ruolo dell’immunità innata dei più piccoli i quali hanno un sistema immunitario dotato di una proteina, la Lattoferrina, che il bambino eredita già nell’allattamento dalla mamma.                                                                                                                                                                                La lattoferrina può essere utile per contrastare l’infezione e l’infiammazione causate dal nuovo coronavirus agendo come barriera naturale della mucosa sia respiratoria che intestinale e ripristinando i disturbi del ferro legati alla colonizzazione virale. Questo è quanto concludono gli autori di uno studio tutto italiano in cui i risultati ottenuti hanno dimostrato per la prima volta l’efficacia della lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici di positivi sintomatici al Covid-19 e la negativizzazione del tampone già dopo dodici giorni dal trattamento.

Lattoferrina

La lattoferrina è una glicoproteina, appartenente al gruppo delle transferrine, nota per la capacità di legare e trasportare  il ferro. Fu scoperta nel 1939 dopo alcuni studi sul latte vaccino. Essa è molto abbondante nel colostro ma è presente anche in varie secrezioni mucose come lacrime, saliva, secrezioni nasali, bronchiali e fluidi gastrointestinali. Inoltre è un importante costituente dei granulociti neutrofili, cellule immunitarie con funzioni di difesa da infezioni batteriche e fungine. La lattoferrina è una proteina estremamente polifunzionale caratterizzata da un ampio spettro di attività biologiche:  attività antimicrobica, antiossidante, antiinfiammatoria e immunomodulante.

Attività antibatterica

Questa attività sembrerebbe legata in parte alla capacità della Lattoferrina di ledere gli strati più esterni della membrana cellulare di alcune specie batteriche Gram negative (effetto battericida), e in parte alla capacità di legare saldamente il ferro, rendendolo indisponibile al metabolismo di quelle specie batteriche che dipendono da esso per la propria moltiplicazione (effetto batteriostatico).

 

 

Attività antivirale

L’effetto antivirale è in relazione alla capacità di legarsi ai Glicosamminoglicani della membrana plasmatica, prevenendo la fusione tra virus e cellula, bloccando quindi l’infezione sul nascere. Tale meccanismo è apparso efficace contro un ampio spettro di virus, come ad esempio, il virus Herpes simplex, Citomegalovirus ed il virus HIV.

Attività antiossidante

La capacità della Lattoferrina di legare il ferro ne suggerisce anche il possibile ruolo come agente antiossidante. Sequestrando il ferro in eccesso, impedisce infatti che questo produca i ben noti effetti dannosi dei radicali tossici dell’ossigeno.

Attività antiinfiammatoria

L’attività antiinfiammatoria anch’essa è legata al ferro in quanto quest’ultimo è particolarmente presente nei tessuti infiammati ed è causa di reazioni a catena che favoriscono il perdurare dell’infiammazione. La lattoferrina sequestrando il ferro nel tessuto infiammato, dà il via ai processi di guarigione.

Attività immunomodulante

La Lattoferrina gioca un ruolo importante nella difesa dell’ospite. Essa migliora l’attività delle cellule natural killer, inoltre è in grado di stimolare l’attività dei neutrofili e al contempo modulare l’espressione di citochine infiammatorie. Risulta perciò un sostegno ideale per tutto il sistema immunitario.

Nel loro insieme, tutte queste proprietà che sono ampiamente documentate in ambito scientifico, aprono la strada a considerare la lattoferrina come uno strumento promettente in grado di controllare la patogenesi e la progressione virale nel Covid-19.

Lattoferrina e Covid-19: Lo studio scientifico

La ricerca “Lactoferrin as Protective Natural Barrier of Respiratory and Intestinal Mucosa against Coronavirus Infection and Inflammation” condotta dalle università romane Tor Vergata e La Sapienza e pubblicata su “international Journal of molecular Sciences” ha messo in luce il possibile ruolo preventivo della Lattoferrina. Nel mese di aprile è partita la sperimentazione che ha proposto uno studio clinico per i pazienti affetti da Coronavirus sia sintomatici che asintomatici allo stadio iniziale della malattia. L’obiettivo era di valutare la sicurezza di una formulazione liposomiale innovativa di Lattoferrina somministrata per uso orale ed intranasale in formulazione spray. Questo trial clinico, sostiene il team di Tor Vergata, è stato il primo approvato sull’utilizzo della lattoferrina nei pazienti Covid positivi a livello nazionale ed internazionale. I risultati ottenuti nei pazienti hanno dimostrato, per la prima volta l’efficacia della Lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici nei pazienti Covid-19 positivi sintomatici e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento. Accanto a questo studio clinico un team di ricercatori della Sapienza di Roma ha eseguito delle prove in vitro sull’azione antivirale della lattoferrina dimostrando come questa proteina inibisca l’infezione da SARS-COV-2, bloccando le fasi precoci dell’interazione virus-cellula. Il dosaggio ideale di Lattoferrina è stato diversificato in base alla gravità dei sintomi. Nei pazienti COVID-19 asintomatici sono stati somministrati 300mg di Lattoferrina per via orale, raddoppiando il dosaggio (massimo 1gr) per i pazienti lievemente sintomatici.

 

 

Conclusioni

L’evidenza suggerisce che la mortalità per COVID-19 non è dovuta solo all’infezione virale ma piuttosto il risultato di una iperinfiammazione associata ad un tipo di risposta immunitaria fuori controllo chiamata “tempesta citochinica”. L’eccessivo rilascio di citochine pro-infiammatorie può contribuire ad una reazione esageratamente violenta che può portare ad una compromissione degli organi interni. A tal proposito la lattoferrina ha dimostrato di ridurre le citochine infiammatorie, vale a dire IL-6 sierica ed il fattore di necrosi tumorale(TNF-α) aiutando a non peggiorare l’andamento e i sintomi da  SARS-COV-2.  L’azione antivirale della Lattoferrina era già stata studiata in vitro nel 2011 per il trattamento della SARS, il coronavirus più vicino a quello che oggi ci troviamo ad affrontare, evidenziando un ruolo protettivo. Sebbene sia sicuramente da approfondire nell’uomo la capacità della proteina di contrastare efficacemente il virus da SARS-COV-2, possono esserci probabilità che il suo utilizzo contrasti le complicazioni della malattia nei pazienti paucisintomatici e asintomatici.

Dott.ssa Veronica Scarriglia

Riferimenti bibliografici: