La longevità va meritata
La longevità va meritata

NEL 3000 a. C.  (senza cadere nella protostoria), gli Egizi a detta di Erodoto, erano il popolo, che grazie alla loro civiltà, avevano rispetto del proprio corpo e curavano per quanto possibile l’alimentazione e l’igiene. Non mancava loro il conforto di medici validi e capaci i quali avevano già elaborato sapienti farmacopee[1] e farmaci preparati con saggezza e professionalità. Come se non bastasse avevano a disposizione una schiera di sacerdoti-medici che blandivano il dio guaritore Himotep ed immolavano alla dea Secmet affinchè allontanasse la malattia.

Non ci sono giunte però raccomandazioni mediche finalizzate alla longevità né preghiere che la implorassero.

Certamente la salubrità del corpo comportava con sé anche la longevità e proprio perché forti di questa certezza, puntarono più in alto: all’immortalità! Come andò ed andrà a finire non lo sappiamo, per ovvi motivi gli auguriamo e ci auguriamo un pieno successo.

La saggezza medica egizia, grazie ai commerci, fu travasata nella non lontana Ellade che – nell’età del Ferro – , siamo nel 1200 a. C. era stata invasa dagli Achei che venivano dal lontano Baltico a nord della Germania. Fu un Popolo meritevole! Perché seppe essere vincitore ed ancor più esprimere quei Valori che saranno propri del mondo occidentale (coraggio, onore, amor patrio, rispetto per gli anziani). Compresero l’importanza del Pensiero e con esso il rispetto dell’Uomo ed ancora l’importanza della Conoscenza e dell’Arte. Esculapio apparve in questo incipit, appunto proprio in questo momento storico.

Benché di scuola egizia, come testimonia la storia, la tradizione e per essa la Mitologia vuole che Esculapio fosse stato indottrinato dal maestro della medicina: il centauro Chirone.

Esculapio  sarà un alunno che porterà nell’Ellade e nell’intero continente europeo nuova saggezza medica, umanità  e porrà queste virtù al servizio della Comunità. Costruì ospedali, rese quindi la scienza medica accessibile a tutti ed a chiunque la volesse apprendere, le ricette non erano espressioni divine da tenere celate, bensì frutto della professionalità del medico; erano leggibili da tutti, l’arte medica e farmaceutica erano doverosamente al servizio del Popolo. La professionalità di Esculapio, si tramanda, era così elevata che volle resuscitare dalla morte un suo amico. Il sommo padre Zeus trovò innaturale l’accaduto e con i suoi fulmini lo punì. Apollo, padre di Esculapio, impietosito lo sollevò e lo elevò all’Olimpo e lì lo rese immortale versando sulle sue labbra l’Ambrosia.

Molte sono le ricette (scritte sull’argilla) di Esculapio tese a curare i malati, ma non ci sono giunti insegnamenti medici capaci di educarci a meritare la longevità, forse la conquista più ambita dall’Umanità.

Ippocrate (460 – 377 a.C.), pur essendosi formato nella scuola asclepiadea della sua isola Kos, comprese come la salubrità dell’Uomo fosse tutelata dalle sue stesse difese ( vis medicatrix naturae), va ricordato che la scienza medica di Ippocrate era scevra da qualsiasi pratica teurgica. Sosteneva, ed il suo pensiero fu lex medicinae sino al XVIII° sec., che nel nostro organismo fossero presenti quattro umori: Sangue, Bile Gialla, Bile Nera, Flemma, che se in armonia tra loro si sarebbe goduto di benefica salute definita Eucrasia, se al contrario un umore fosse stato carente o prevalente si sarebbe generata la discrasia, ovvero la malattia. Ancora oggi alcuni “sapere” medici si avvalgono delle intuizioni ippocratiche. Come tutelare l’Eucrasia? Con l’osservanza di norme igieniche: attività sportiva, vita serena, purghe blande al fine di tenere pulito  l’intestino, attenzione alla alimentazione ed alla “dieta”, intesa questa nel suo significato greco. Quando Ippocrate ci parla di dieta intende appunto a come organizzare la nostra vita secondo le esigenze del nostro organismo. Oggi più correntemente diciamo – stile di vita -. Ippocrate e più tardi Galeno richiamano in particolare l’attenzione sulla alimentazione nella qualità e nella quantità. Forse non parlarono esplicitamente di longevità, ma dobbiamo considerare che ancora oggi le loro norme prescritte sono essenziali per chi voglia educarsi ad un comportamento che ci consenta di – meritare la longevità -.

Suo discepolo, siamo nel secondo secolo dopo Cristo, fu Galeno[2], il quale  approfondì il pensiero medico di Ippocrate e riconoscendo il cibo come fonte di salute o al contrario fomite di malattia. Ne studiò i “ Temperamenti”, essenziali per mantenere quella Eucrasia foriera di salutare benessere, di vita e vitalità. Avremo così:

Sangue – umido caldo

Bile Gialla – secco caldo

Bile Nera – secco freddo

Flegma – umido freddo

Se i Temperamenti dei cibi saranno in armonia con gli Umori e questi tra loro allora l’Eucrasia garantirà la salubrità. A tal proposito Galeno scriverà due trattati: – Sulla Proprietà dei Cibi; e Sulla Dieta Dimagrante – su entrambi riportò le caratteristiche dei singoli alimenti in ordine ai loro temperamenti, ovvero potere nutrizionale, digeribilità, quantità da consumare. Di fatto, la dieta consigliata da Galeno oggi viene definita “mediterranea” perché adottata in tutto il Mediterraneo particolarmente nell’Italia Romana[3] compresa la Magna Grecia e l’intera Ellade,

Come si può osservare sempre più gli studi diventarono “educativi”, indirizzando il paziente e non solo, verso la conoscenza della fisiologia, ma anche di quelle norme igieniche, comportamentali, che lo rendono protagonista oltre che – responsabile del suo stato di Salute -.

Dopo il periodo storico definito “dei secoli bui” in quel di Salerno, intorno al IX sec. prende forma la – Scuola Salernitana di Medicina – che sempre più, con la conoscenza delle ricerche arabe (IX sec.), assumerà lo status di Studium, e sarà la prima Università dell’Europa medievale. Dopo l’anno Mille la Schola Salerni appare come autrice di un piccolo trattato sulle norme comportamentali che prenderà il nome di – Regimen Sanitatis – ispirato doverosamente ai dettami di Ippocrate e Galeno. Pur nella sua semplicità fu ampiamente apprezzato e conobbe molte ristampe anche con titoli diversi, il più esplicito ci pare – De Conservanda Bona Salute -. L’ultima edizione sarà stampata a Venezia nel 1733.

L’opera riporta 109 aforismi in versi ed invita all’igiene del corpo, alla cura delle funzioni intestinali ed a consumare una moderata cena (…se la notte dormir sonno soave tu brami, usa frugale e parca cena.). Prosegue il trattato una disamina sui cibi più ricorrenti: dal pane, alla carne porcina, alla frutta, al vino (Se si beve talor vino rosso, il ventre si ristringe e si conturba la voce tra le rauche fauci). Tra le carni, raccomanda la cacciagione e la vitella e di temperare i danni resi da anguille e formaggi, con laute bevute di ottimo vino (?). Su di un aspetto l’opera appare perentoria, a tavola la migliore medicina è “l’esser parchi”, non lasciarsi trascinare dalla crapula, precetto valido anche per il coito (?). Il Regimen prosegue raccomandando attenzione ai medici sui cibi, infatti nell’aforisma LVIII – De Administratione Diaetae – sentenzia che il “dotto Fisico” (medico) non deve errare, bensì deve essere rigoroso nella qualità, quantità, quante volte al giorno ed in che luogo. Termina l’opera con il precisare la funzione terapeutica di alcune piante officinali e raccomandando il salasso, all’epoca ritenuto molto salutare.

  • Comunque un aforisma ci sia maestro: – se vuoi rimanere sano, siano tre i tuoi medici: animo lieto, quiete, moderata dieta -. La scienza moderna ha ben poco da aggiungere.

Quanto riportato nel Regimen Sanitatis, non ci deve indurre alla critica, sarebbe pleonastica, l’opera appartiene alla storia della medicina e come tale ci deve interessare. Ma ha una valenza importante: – è educativa -, siamo nel profondo e buio medio evo, ignorante, si esprime per una Comunità che deve essere richiamata a Conoscenze e Valori.

Nel Rinascimento l’esigenza della longevità è più sentita.

E’ questo un periodo storico decisamente effervescente in tutti gli aspetti dell’Uomo: la cultura diventa una esigenza, così come l’arte; la “Rinascita” è intesa come creatività, si attivano attività importanti che possiamo definire proto industriali; si produce danaro e questo richiama altro danaro, grazie ai “banchieri”. Il lavoro è diffuso e diffonde ricchezza, e con questa arte, cultura, più rispetto per se stessi, l’eleganza a forti tinte è il modo di porgersi. Questa situazione di benessere creativo, genera l’esigenza-piacere di un fisico vitale nel corpo e nella mente, sano ed a lungo efficiente. Furono non pochi i medici che risposero a questa “gioiosa effervescenza”, tra questi per intenti, impegni professionali, autorevolezza, certamente brilla Castore Durante da Gualdo Tadino:  medico, botanico, umanista, medico personale di Sisto V Papa Peretti; secondo l’uso dell’epoca si firmava “medico e cittadino Romano”. Molto apprezzato fu il suo, possiamo chiamarlo testo, – Il Tesoro della Sanità -; questa volta il Durante è esplicito e come sottotitolo riporta: – Nel quale si dà il modo da confermar la Sanità e prolungar la vita, si tratta della natura dei cibi e dei Rimedi, de i Nocumenti loro -; il testo sarà edito a Roma nel 1586. Come si legge, il testo: – educa – a come “ prolungar la vita”, e realmente ci dà uno spaccato della medicina del momento; inizia con una serie di norme comportamentali, dalla buona aria da respirare e dove sino all’igiene dei denti, all’attività ginnica a come  e quanto dormire sino a come favorire la diuresi e le funzioni intestinali. Chiude questa prima parte con un aforisma igienico-filosofico:

Mangiare e bere per vivere fa mestiere

Ma non già vivere per mangiare e bere.

Il capitolo dedicato a Venere rispecchia solo in parte il consueto costume, infatti Durante ricorda che il coito è finalizzato alla procreazione e comunque deve essere  moderato. Quello smodato rende deboli…ed accelera la morte (?). Tutto questo ufficialmente; ma res occulta – la raccomandazione di cui sopra era largamente disattesa -.

Mi sovvengono i versi del divino Alceo: – qual vita mai senza gli aurei doni della divina Afrodite?! –

Prosegue il nostro professor Castore, con avvertimenti nei cibi e nel bere, che per lo più convergono nella moderazione; a tal proposito racconta di un saggio uomo che nel pranzo si accontentava di un cibo solo, alla domanda del perché rispose: per non aver troppo bisogno del medico. SIC!

Dedica comunque gran parte del suo lavoro in una attenta analisi dei cibi, proprio tutti, dal Farro ai Pesci, alle bevande, con un occhio più attento al vino o meglio a dodici tipologie di vino. Ci hanno colpito in verità due tipi (enoliti): – Vino Contra Peste – uno per i ricchi e l’altro per i poveri. Il primo consiste in un macerato di 15 droghe vegetali in buon vino bianco chiaro. È inutile dire che nonostante l’ottimo vino medicinale, la peste dilagava ferale. Il secondo è veramente per poveri, solo due droghe: ebulo radici e ruta in foglie infuse in vino bianco (notare che l’autore non riporta: – buon – vino bianco chiaro).

Degni di attenzione sono le analisi che il Durante scrive per ogni cibo, prendiamo ad esempio l’analisi dell’Aglio:

La Qualità –  è caldo e secco secondo i dettami di Galeno

Scelta –  preferire quello fresco da consumare in insalate

Giovamenti – E’ un rimedio a tutti i veleni, viene definito la Theriaca dei poveri, ha azione vermifuga, tossifuga, aperitiva, digestiva, purifica l’aria fetida delle sentine delle navi.

Nocumenti – Nuoce alla virtù, infatti eccita Venere (?), non giova né alle donne gravide tanto meno alle nutrici.

Rimedi – cotto perde le sue qualità, ottimo è consumato con olio ed aceto ed altre vivande, è un sapidizzante più adatto ai vecchi che ai giovani.

Insomma, il Tesoro della Sanità è un testo che ci fa conoscere le caratteristiche del cibo se è digeribile o meno, se genera stipsi, se nutre, se contiene oggi diciamo grassi saturi o polinsaturi. Dell’olio di oliva dice che è lodato, soave e giovevole, del sale si raccomanda, correttamente, di non esagerare non giova al sangue (ipertensione).

E’ un testo, come detto, che istruisce, educa e – responsabilizza -, al termine del quale comprendiamo che:  – Ognuno è artefice della propria longevità – .

Il XVII° sec. per l’Umanità e per l’Italia in particolare, è uno dei secoli peggiore sia dal punto di vista sociale, culturale (sia pure con l’eccellenza di Galileo Galilei), che economico. Lo scontro tra Cattolici e Protestanti è appena sedato grazie al Concilio di Trento, ma ha lasciato rancori che in parte si riaccendono nella guerra dei “trenta anni”. La guerra più ferale che l’Europa abbia conosciuta. Basti ricordare che nell’intera Germania la popolazione era così stremata che si verificarono casi di scorbuto causa appunto di una diffusa carestia. L’Italia, dalla guerra fu appena lambita nell’Alto Adige, ciò non di meno ovunque era miseria e carestia causata dall’elevata tassazione, l’inadeguatezza della agricoltura, l’ignoranza diffusa. Oltre ad una Chiesa fortemente rancorosa nei riguardi dei Protestanti ed intollerante verso qualsiasi emancipazione che fosse  tecnica, sociale o culturale, basti pensare a Giordano Bruno arso vivo nel 1602 e Galileo Galilei ormai cieco  che nel 1633 fu relegato in una sua casa di campagna e risparmiato dalla carcerazione solo per volontà dello stesso Papa. All’ora l’inquisizione era un flagello, cattivo ed inutile.

Nel XVII sec. l’attesa di vita era intorno ai 35-40 anni non perché alcuni non superassero i 60 anni ma molte erano le cause che falcidiavano l’Umanità, molti morivano entro i 15 anni, le patologie e gli stenti facevano il resto e questo nonostante che dalle Americhe fossero giunti farmaci (primo fra tutti per importanza la corteccia di China antimalarica), ma anche derrate di elevato potere nutritivo come: fagioli, patate, mais. Ma vennero utilizzate dopo la seconda metà del ‘700. La tradizione tramanda che la prima polenta (dal latino puls lenta) fu preparata nel 1750. La farina di Mais è avara di nutrienti, ma molto calorica; verrà utilizzata ampiamente nella regione padana, Veneto, Friuli. Nel centro sud dell’Italia si preferirà l’uso del grano duro decisamente più nutriente. I Romani sempre dissacranti così si esprimevano: – La Polenta gonfia la panza e il culo allenta. –

Dalla seconda metà dell’Ottocento sino al 1913 l’attesa di vita era di 65 anni.

La guerra del 1914 – 1918 fece almeno 1.240. 000 ma a questi vanno aggiunti 600.000 morti dovuti all’influenza Spagnola. L’Italia denutrita, stanca di fatiche e rinunce, sfruttata dalla guerra non potette difendersi dall’infezione virale.

Non che la seconda grande guerra fosse da meno, anzi gli Italiani conobbero l’orrore e l’umiliazione dell’occupazione di due eserciti, ma quanti sopravvissero, sia pure con gli aiuti USA, e soprattutto con grande volontà e genialità, seppero ricostruire l’Italia ed nuovamente acculturarsi.

Acculturarsi significa anche rispetto per la Patria, per il proprio corpo, per la Società, certo la scienza ha fatto la sua lodevole parte. Oggi, in Italia, i centenari sono 14.456 di questi l’83% sono donne; l’età media è di anni 80,9 per gli uomini e 84,9 per le donne. Per semplificare, si esprimono le nostre ambizioni, con due dati: la nostra attesa di vita è di 100 anni, il nostro fisico è “tarato” per una durata di 120 anni. Chi sa se l’IMPS è d’accordo.

Perché, al netto della scienza medica, siamo insieme al Giappone il Paese più longevo?

I motivi sono svariati, e ne parleremo, furono individuati da studi che subito dopo la seconda grande guerra fiorirono. Consideriamo che in quel periodo, particolarmente in Italia prese vita una sorta di Neo-Rinascimento, che più tardi verrà definito “boom economico”.  Una esigenza era sentita, – si voleva vita e vitalità; anche la Scienza era mossa da questa esigenza.

Intorno alla metà degli anni cinquanta giunsero in Italia due libri: del nutrizionista Gaylord Hauser: – Sembra più giovane, vivi più a lungo (1950); e – Sii più felice, sii più sano (1952) – in estrema sintesi invitava ad adottare “La via naturale nell’alimentazione” garantendo di “Crescere bello”. Inserì nella magra dieta, integratori sin allora sconosciuti in Italia: olio e germe di grano peri suoi ac. grassi polinsaturi e vit E, melassa, lievito di birra, yogurt. Tutto questo avrebbe dovuto soppiantare due piatti emblematici in Italia: bucatini alla amatriciana ed abbacchio al forno. Ma Hauser fu furbo, non parlò solo di salute ma anche di bellezza. I due libri ebbero successo e cominciarono ad Educare la Comunità ad una maggiore igiene alimentare.

Per contro, sia pure con maggiori esigenze, in USA ed in Italia, Ancel Keys si interessava dell’epidemiologia delle malattie cardiovascolari. Ricerche che lo porteranno a considerare l’influenza dell’alimentazione su queste.

Ancel keys nacque a Colorado Springs nella contea di El Paso nel 1904. Si laureò prima in biologia e successivamente nel 1938 in fisiologia. Docente all’università del Minnesota nel 1940 fu incaricato dal ministero della difesa di realizzare le razioni per i paracadutisti e che fossero ad alta densità nutrizionale ed ad un tempo leggere nel peso. Queste verranno utilizzate nel 1942, gli USA erano entrati in guerra il 7 dicembre 1941.

Keys seguitò ad interessarsi di alimentazione; nel ’51 presenziò un congresso a Roma nel quale le Nazioni Unite e la FAO intendevano studiare le strategie necessarie al fine di garantire all’intera popolazione mondiale l’alimentazione necessaria. Lì Keys conobbe il dott. Bergomi direttore dell’Istituto di Fisiologia alla FedericoII di Napoli. Alla domanda di Keys quale fosse in Italia il rapporto tra alimentazione e cardiopatie ischemiche, Bergomi rispose che quelle patologie in Campania e generalmente nel meridione d’Italia erano minime o nulle. La risposta meravigliò Keys che con intuito volle subito iniziare delle ricerche in proposito. Iniziò subito con una comparazione tra il comportamento alimentare e le relative conseguenze, degli Italiani e quello degli USA. In breve comprese che l‘alimentazione campana povera di grassi saturi e di proteine animali non comportava malattie ischemiche a differenza degli USA che consumavano carni rosse grasse.

Nel frattempo, era scoppiata la guerra in Corea (1950 – 1953) e da lì giunsero notizie allarmanti che richiedevano riflessioni. Ricercatori anatomopatologici USA notarono in cadaveri di soldati diciottenni che le loro arterie erano intasate da placche di colesterolo, cosa che a breve avrebbe provocato loro ischemie; si comprese che la responsabile era l’alimentazione.

Keis, siamo ormai nel 1957, si recò a Nicotera in Calabria per ulteriori ricerche, sembrava infatti che questa cittadina di poco più di 6000 abitanti vantasse la popolazione più longeva d’Italia, superando i limitrofi Lucani notoriamente molto longevi .

Un anno dopo, compresa l’importanza della “dieta” salutare, volle allargare le sue ricerche in ben sette paesi: Italia, Finlandia, Grecia, Giappone, Olanda, USA, Jugoslavia. La ricerca prese il nome di: – Seven Countries Study -; comprese definitivamente che le popolazioni mediterranee grazie alla loro alimentazione, vantavano una maggiore salubrità e longevità, la loro dieta era caratterizzata da pane ricco di fibra, pasta, verdure, frutta, poco pesce, pochissima carne, olio d’oliva, un bicchiere di vino rosso ai pasti. Nei paesi dove la dieta abbondava di burro, grassi, idrogenati, strutto, carni grasse, latte intero e derivati, super alcolici, l’attesa di vita era più avara anche di dieci anni. Ancel Keys raccolse i suoi convincimenti in un libro il cui titolo era invitante: – mangia bene e vivrai bene[4] -. Aveva “inventato”[5] la dieta mediterranea. La prestigiosa rivista Time gli dedicò la copertina, ora l’Italia oltre a Giulio Cesare, Leonardo da Vinci e Galileo Galilei vantava anche la Dieta Mediterranea; ad maiora.

Ne menava vanto a giusta ragione, infatti Ancel Keys e sua moglie entrambi con animo sensibile si accasarono in Italia a Pioppi nel Cilento. Acquistò una casa con un piccolo terreno e la chiamò a giusta ragione Minnellea. Il nome voleva ricordare Minneapolis ed Elea, antica polis della Magna Grecia, (non lontana da Pioppi), fondata da Parmenide filosofo e medico nel VI sec. la cittadina era sede della Scuola di filosofia presocratica. Con il nome Minnellea, Keys rendeva onore alla sua città americana ed alla tradizione culturale Italica.

La residenza della famiglia Keys a Pioppi presto si trasformò in un Centro studi internazionale sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Parteciparono a questa importante ricerca i professori, Jeremiah Stamler, Martii Karvonen e Flaminio Fidanza a questi si unirà Alberto Fidanza[6] con i suoi studi sulla alimentazione e sulle Vitamine. Il Presidente Ciampi premierà Ancel Keys con la medaglia d’oro al merito per la salute pubblica grazie alla valorizzazione della Dieta Mediterranea.

Nel 1975 Keys e sua moglie Margaret diedero alle stampe: – How to eat well and stay well, the Mediterranean Way – Come mangiare bene e vivere bene con la via  (stile di vita) mediterranea. Quest’ultima pubblicazione fece conoscere al grosso pubblico la nostra Dieta Mediterranea come salutare e longevizzante. La traduzione letterale: “via mediterranea”  ci deve ricordare, come accennato, che Keys non amava usare il termine “dieta”, bensì – stile di vita – rendendo così l’antico significato alla parola greca “dieta[7]. Questa osservazione è importante perché l’UNESCO anni dopo, come vedremo, valorizzerà, correttamente, il concetto di – Stile di Vita -.

…la vita dell’omo si fa delle cose mangiate. Questo pensiero del grande Leonardo, da Keys ed i suoi ricercatori fu perfezionato, infatti il dottori Flaminio Fidanza e Stamler furono affascinati non solo dal cibo mediterraneo del Cilento ma anche dal Costume che gli abitanti osservavano. Benché poveri, si imponevano con onore nel loro duro lavoro e nel rispetto della famiglia. Sia il lavoro che la Famiglia erano fonte di dignità, onore ed intima soddisfazione, in Dio sentivano il proprio tutore. Se il professore Flaminio Fidanza studiava il perché i cibi mediterranei fossero giovevoli e salutari, Stamler con entusiasmo ed ammirazione riscriverà le norme della alimentazione:

  • Mai assumere più Kcal./die di quelle che normalmente si consumano
  • Preferire minestroni, pasta condita con pomodoro e basilico, pasta e fagioli,    abbondanti verdure fresche, pane ricco di fibbra.
  • pesce senza abusarne; carne meglio bianca una volta la settimana, mezzo bicchiere di vino rosso ai pasti principali.
  • Consumare solo olio di oliva!
  • Essere drastici nell’eliminare i grassi saturi.
  • Il sale? Poco, tanto non seve
  • Per quanto possibile preferire cibi freschi ed integrali, servirsi sempre “porzioni modeste”, praticare una adeguata attività fisica che prima ancora di muovere i muscoli deve rasserenarci e divertirci.
  • Non fumare! Il fumo fa più male di quello che si dice.

Queste norme del centro studi Keys sono indubbiamente salutari e rispettano la nostra esigenza di longevità. Meritano un’attenzione, rispecchiano una verità: ci parlano di una dieta povera, praticata da povera gente che viveva a fatica del proprio lavoro. Aveva inoltre un po’ di terra dove coltivare ed allevare le proprie derrate: quindi fresche, genuine, ricche di fibra ed allevate senza mangimi non meglio identificati. Lo stesso Keys aveva un piccolo appezzamento nel quale faceva coltivare il suo orto e circa trenta piante di olivo. Va precisato che Bucatini alla gricia, Pizzoccheri alla valtellinese, Vincisgrassi marchigiani, Trippa alla romana, non fanno parte della dieta cilentana né tanto meno della mediterranea. Quindi dobbiamo adattare la dieta alla quale oggi siamo obbligati, con – criteri – che furono dei nostri Padri e propri dello Stille di Vita mediterraneo. Inoltre ripetiamo che va rispettata la dieta raccomandata da Keys, e che deve essere arricchita da quelle regole suggerite dalla Moderna Scienza della Alimentazione. Vediamo:

  • Evitare di alimentarsi in maniera monocorde, bensì la nostra alimentazione deve essere la più varia possibile oltre che sostenuta con derrate fresche (al mercato rionale) e non preparate industrialmente.
  • Le proteine , essenziali per la vita, devono essere presenti nella nostra dieta in giusta qualità (proteine nobili) e quantità. Le proteine sono “costruite” con Amino Acidi (AA), ma mentre le proteine animali: carni, uova, pesce, latte e derivati contengono tutti gli AA, compresi quelli essenziali AAE (amino acidi essenziali), quelle di origine vegetale tutte sono carenti di qualche AAE, risultando così inadatte alle funzioni strutturali e metaboliche. Va detto però che se miscelate tra loro, pur vegetali, possono garantire l’insieme di AAE.
  • Sono AAE: la felinolamina, treonina, triptofano, metionina, lisina, leucina valina, isoleucina; vengono definiti Essenziali, perché non vengono sintetizzati dall’organismo e quindi vanno assunti con la dieta. L’esempio classico è dato dal tradizionale – pasta e fagioli – dove il cereale è carente di Lisina, triptofano, mentre il legume di Metionina, insieme garantiscono un piatto pienamente nutriente e sapido.

Ricordiamo che l’apporto di proteine è uguale per ogni organismo, sia giovane che anziano. Si considera nelle Linee Guida, che l’apporto corretto debba essere di proteine g. 0,8 /Kg di peso corporeo. Semmai in uno sportivo si dovrà elevare la quantità sulla base del suo impegno fisico; per questo è meglio consultarsi con un medico sportivo.

Sono molti gli orientamenti alimentari, ma possiamo dividerli in Carnivori e (sono i più) i consumatori di Proteine animali, pasta, verdure e  frutta oltre ai vegetariani che in realtà si limitano ad evitare carne e pesce. Ricordo ancora i “vegani” che con la loro alimentazione, a giudizio di chi scrive, se non istruiti in proposito, facilmente corrono il rischio di non rispettare le esigenze fisiologiche dell’organismo.

Molti ricercatori concordano sul fatto che va ridotto l’apporto di proteine animali, ma questo non deve indurci ad atteggiamenti alimentari drastici e nocini, quindi possiamo razionalizzare l’apporto settimanale: 150 gr di carne rossa una sola volta volta; carne bianca (coniglio; pollo e tacchino senza pelle); 150 gr di pesce con la spina facilmente digeribile ed apportatore di Iodio; 50 gr formaggio ottima la ricotta, pochi grassi e ricca di calcio biodisponibile; tutti questi vanno consumati due volte come detto la settimana (a piacere è opportuno sostituire con un uovo sodo, alla coque o in camicia.

Anche i Lipidi sono nutrienti essenziali per la vita.

A volte, soprattutto dalle “dimagranti”, si sentono demonizzare i Lipidi, niente di più errato, una carenza sconsiderata è dannosa per la nostra salute e la bellezza, infatti consentono l’assorbimento delle vitamine liposolubili, la formazione degli ormoni e concorrono alla costruzione del Sistema Nervoso. L’apporto/die deve corrispondere al 30% del totale delle Kcal. assunte nella giornata, è opportuno ridurre al 5% i lipidi animali saturi; ad esempio consigliamo, per un consumo di 2000 Kcal./die, 66 gr di Lipidi da dividere durante i tre-quattro pasti:

olio d’Oliva   40 gr

Lipidi animali   5 gr

Olii Polinsaturi   21 gr  i quali devono contenere omega 6/omega3 in rapporto di 5/1

L’Olio di Oliva è il migliore condimento perché è digeribile, contiene vit. E, e Polifenoli.

L’alcool e per esso il vino è un veleno!! Chiarito questo, mezzo bicchiere di vino rosso ai pasti si può bere: scaccia i cattivi pensieri, rallegra lo spirito, vasodilata le arterie, specialmente il rosso che contiene Polifenoli antiradicali e ci auguriamo anche longevizzanti. Una cosa è sicura: – chi beve con moderazione il vino ross,o campa cinque anni di più degli astemi -. Sic!

Sono utili gli integratori? Parliamone in positivo, ma solo per alcuni:

un complesso vitaminico ricco di Sali, Iodio compreso supplisce ad una non armonica alimentazione.

Per chi non si alimenta con pesce grasso (azzurro), noci, mandorle, è bene integrare l’alimentazione con un apporto di Omega 3 in ragione di 1 gr ai pasti principali. Non sono così prodigiosi come sono stati decantati, ma ciò non di meno sono essenziali.

Sono in commercio principi antiradicalici contenenti Polifenoli ed il coenzimaQ10. Molti Polifenoli non sono biodisponibili o scarsamente tali, come la Quercetina ed il Resveratrolo, ma vale la pena considerali.

Risulta ottimo, soprattutto per le persone avanti negli anni, la L-acetilcarnitinaHCl, ma per questo farmaco è bene consultare il medico.

Concludendo, la Stile di Vita Mediterraneo ci aiuta a sperare in una attesa di vita maggiore ma non è sufficiente, la longevità richiede cultura, probità nella vita di tutti i giorni: a tavola, in Società, in Famiglia, in una parola la Volontà di essere Migliori. Non è questa una morale manzoniana, ma un preciso precetto scientifico, già invocato dai Nostri Padri.

Il Farmacista Educatore Sanitario è un chimico, ma è anche un Uomo, può e deve essere vicino al suo cliente-paziente come sempre con Scienza, Coscienza, Umanità.

Dott. GianCarlo Signore