L’abuso di carboidrati provoca infiammazioni . Care lettrici e cari lettori, finalmente la primavera sta uscendo e le giornate si sono allungate regalandoci ore di luce in più. È il momento di iniziare a fare del movimento e cercare di riorganizzare il proprio stile di vita dietetico. In questo articoletto, vi racconterò i danni che può fare un eccessivo consumo di carboidrati al nostro organismo, in maniera subdola, senza che ce ne accorgiamo: come, per esempio, lo zucchero favorisce l’infiammazione. Quando si parla di infiammazione, normalmente, ci si riferisce all’infiammazione acuta, quella che si manifesta dopo che subiamo un trauma oppure quando la gola è infiammata. Questa è caratterizzata da rossore, gonfiore calore e dolore; poiché è acuta è destinata a regredire spontaneamente oppure con una modesta terapia farmacologica. L’infiammazione cronica, al contrario della prima, si protrae nel tempo, favorendo la formazione di malattie e dell’invecchiamento. Da tempo in Medicina si parla di “ low grade inflammation” ovvero infiammazione cronica di basso grado come ruolo determinante nello sviluppo di un gran numero di malattie. L’infiammazione cronica di basso grado è una condizione patologica subdola, talvolta occulta per anni, dalle conseguenze importanti e di rilevante insospettata frequenza, spesso accompagnata per molti anni da una serie di disturbi aspecifici e solo funzionali. Un gruppo di ricerca dell’Università di Würzburg ha ora decifrato nuovi dettagli di questi processi infiammatori. Le persone che consumano zucchero e altri carboidrati in eccesso per un lungo periodo di tempo hanno un rischio maggiore di sviluppare una malattia autoimmune. Nei pazienti affetti, il sistema immunitario attacca i tessuti dell’organismo e le conseguenze sono, ad esempio, malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, il diabete di tipo 1 e 2, l’infiammazione cronica della tiroide, l’artrite ed altre importanti e serie patologia cronico degenerative collegate a stati infiammatori cronici. Si è compreso come l’epigenetica (ciò che mangiamo può influire sulla funzionalità e modificazione del nostro DNA) può attivare dei linfociti Th17, che possono essere l’espressione di malattie autoimmuni. In uno studio del 2021è stato dimostrato come saltare la colazione possa portare ad uno squilibrio metabolico durante la giornata. Lo studio ha coinvolto delle adolescenti misurando i livelli di attività fisica ed il controllo della fame È spesso abitudine, nelle adolescenti saltare la colazione, con la convinzione sbagliata che questo gli eviterà di prendere peso. Lo studio ha dimostrato come, una frequente colazione sia associato ad un alto livello di attività fisica, che di sicuro contribuisce a ridurre l’adiposità ed il rischio di malattie cardio metaboliche. Con la colazione “salata” l’assunzione giornaliera di fibre è maggiore così come l’assunzione di proteine. Questo tipo di colazione fa si che, dopo le 10.30 l’assunzione di carboidrati tendeva ad essere inferiore così come la fame, ed aumentava il senso di sazietà. Cosa significa questo? Negli adolescenti che saltavano la colazione aumentava il consumo di carboidrati durante la giornata per compensare l’omissione della colazione. Già dalla colazione si dice al nostro corpo se vogliamo dimagrire od ingrassare. Per questo il protocollo dieto terapico NutriSalus prevede delle colazioni sazianti e che permettono di arrivare all’ora di pranzo senza fame, con energia e mente lucida.
Dott Angelo De Martino