Lo stato nutrizionale nelle patologie infettive

Lo stato nutrizionale nelle patologie infettive
Migliorare lo stato nutrizionale dei pazienti affetti da COVID-19 può rappresentare una opzione terapeutica
per migliorare la risposta all’infezione.

L’infezione da COVID-19 è stata, ormai da giorni, definita come pandemia dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità ed impatta in modo rilevante sulla vita di tutti gli abitanti del pianeta.
L’origine, il decorso e le potenziali cure di questa infezione sono tutt’ora oggetto di studi e le osservazioni che
si susseguono aggiornano costantemente i dati ed i punti di vista sui potenziali interventi che le autorità
sanitarie mondiali possono decidere di mettere in atto.
In questo quadro di estrema incertezza, accanto alla fondamentale raccomandazione di osservare le misure
di distanziamento sociale allo scopo di limitare il contagio e quindi il diffondersi del virus, la prudenza impone
massima cautela nell’avanzare ipotesi o suggerire comportamenti.
Possiamo fare però, almeno in ambito nutrizionale, alcune considerazioni.
Come sappiamo dai dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, questo virus, in Italia, sta mostrando una letalità
maggiore in pazienti di età più avanzata ed affetti da altre concomitanti patologie. D’altra parte, numerosi studi
rivelano che in media il 45% della popolazione ricoverata risulta malnutrito e la malnutrizione, specialmente
proteica, determina una peggiore performance dei pazienti nei confronti di qualsiasi patologia.
I pazienti anziani, più fragili di fronte all’infezione da COVID-19, sono spesso già di per se ’malnutriti e sovente
convivono con uno stato di sarcopenia.
La sarcopenia, ossia la perdita di massa muscolare accompagnata da un deficit di forza e\o prestazione,
peggiora tra l’altro la funzione respiratoria esponendo maggiormente il paziente alle conseguenze più gravi
dovute al contagio da COVID-19.
L’allettamento ed il conseguente stato di immobilità non fanno che peggiorare la composizione corporea del
paziente andando, a loro volta, a peggiorare lo stato di fragilità preesistente.
Migliorare, quindi, la composizione corporea di pazienti anziani affetti da Covid-19 appare una valida opzione
terapeutico-nutrizionale.
Da questo punto di vista sarebbe fondamentale implementare, in particolare modo, la componente muscolare
del soggetto attraverso un corretto e calibrato introito proteico unito, ove possibile, ad una adeguata attività
motoria.
Accanto ad una valutazione del comparto proteico, devono essere valutati con cura anche tutti gli introiti degli
altri macro e micronutrienti.
A questo proposito, uno studio di recente pubblicazione: Potential interventions for novel coronavirus in
China: A systematic review (Zhang l e Liu Y.) suggerisce, tra i potenziali trattamenti, anche un approccio
nutrizionale.
Gli autori della review, alla luce di evidenze presenti in letteratura, consigliano, in caso di infezione da COVID19, di valutare ed eventualmente implementare gli apporti di Vitamina A, Vitamine del gruppo B, Vitamina C,
Vitamina D, Vitamina E, Acidi grassi polinsaturi della serie Omega 3, Selenio, Zinco e Ferro. Logicamente ogni
introito deve essere calibrato in funzione dello stato generale del soggetto e della sua composizione corporea.
Giovaricordarechela valutazione dellostato nutrizionale, edil conseguente implemento di intake, deve essere
effettuata per i pazienti più gravi ed allettati da personale qualificato ed esperto in ambito di nutrizione artificiale.
Accanto ad una valutazione ad hoc per i pazienti affetti da Covid-19 sarebbe comunque opportuno che tutti gli
accessi ospedalieri venissero valutati dal punto di vista nutrizionale da personale specializzato in modo tale
da garantire una dietoterapia adatta e personalizzata che conduca ad una migliore composizione corporea ed
in definitiva ad una migliore risposta alla patologia.
Potential interventions for novel coronavirus in China: A systematic review
(Zhang l e Liu Y.)

Dott. Marco Marchetti

Professore a contratto Università di Roma Tor Vergata
Dott.ndo scienze Medico-Chirurgiche applicate Università di Roma Tor Vergata
Assegnista di Ricerca Università di Roma Tor Vergata
Spec.do Scienza Alimentazione Università di Roma Tor Vergata
Farmacista n. ordine 11352
Biologo nutrizionista n. ordine AA_078443
Giornalista pubblicista n. ordine 159009
CoAutore:A Hazelnut-Enriched Diet Modulates Oxidative Stress and Inflammation Gene Expression without Weight Gain
CoAutore:Effects of a Personalized VLCKD on Body Composition and Resting Energy
Expenditure in the Reversal of Diabetes to Prevent Complications
CoAutore:Developing and cross-validation of new equations to estimate fat mass in Italian population
CoAutore: What is the importance of saving lean mass in the treatment of obesity and related diseases?
CoAutore: Role of phase angle in the evaluation of effect of an immuno-enhanced formula in post-surgical cancer patients: a randomized clinical trial
CoAutore:Comparison of two low-calorie-restricted diets on lean body mass loss in patients during weight loss
CoAutore: Cellulite L’alzheimer della pelle