Prima edizione

Premio Enrico Mannucci, farmacista

“Riflessioni e progetti di un modello di farmacia strettamente interconnessa al servizio sanitario nazionale, socialmente attenta alle esigenze umane e sanitarie di tutti i cittadini e in particolare delle famiglie con familiari fragili e malati cronici, volta allo sviluppo di una sanità moderna ed economicamente sostenibile”

 

Il termine “Farmacia” dal greco ϕαρμακεία è l’arte di preparare i farmaci seguendo le prescrizioni mediche, basandosi su apposite conoscenze scientifiche e osservando speciali disposizioni della Farmacopea.

Nei tempi remoti farmacia e medicina erano esercitate dalla stessa persona, ma già nell’antico Egitto vi erano locali acconci a conservare le droghe e si usavano per i farmaci vasi eleganti. Gli Egizi dosavano, con speciali pesi e misure, i farmaci e conoscevano l’arte di polverizzare le droghe e setacciarle, preparavano infusi, decotti, estratti.  Presso gli antichi Greci si raccoglievano e conservavano le piante medicinali; i medici preparavano i farmaci e li somministravano ai malati in forma di pozioni, pillole, inalazioni, pomate, supposte e clisteri. Ai tempi dell’antica Roma, Galeno intraprendeva lunghi viaggi per conoscere le droghe nel luogo d’origine. Una divisione tra farmacia e medicina s’inizia nel secolo VIII per opera degli Arabi. La prima farmacia pubblica fu aperta in Baghdad al tempo del califfo Al-Mansūr.          Nel Medioevo la professione viene spesso esercitata nei conventi dai monaci ancora medici e farmacisti al tempo stesso, ma, non molto dopo, viene insegnata nelle università come disciplina speciale finché a poco alla volta, e questo dapprima in Italia all’epoca della Scuola salernitana, l’arte del farmacista diviene completamente indipendente dalla professione medica.

Coi progressi della chimica, con le nuove conoscenze botaniche il numero dei rimedi va sempre crescendo; le preparazioni farmaceutiche divengono complicatissime; talune, come la triaca, si confezionano con grandi cerimonie alla presenza di tutte le autorità. La farmacia intanto va assumendo sempre maggiore importanza scientifica. Si escogitano nuovi metodi tecnici, si studiano nuovi farmaci, si preparano nuovi rimedi.

Paracelso insegna: “Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.”

È da questa affermazione che discerne l’importanza di una figura professionale come il farmacista.

Il volto della farmacia è cambiato con i tre Decreti ministeriali del 16 dicembre 2010 e del 8 luglio sulla “farmacia dei servizi”, che hanno previsto l’erogazione di servizi e prestazioni professionali ai cittadini anche da parte delle farmacie.

Ma quali sono gli ulteriori cambiamenti che la farmacia può apportare, ponendosi come centro essenziale di riferimento tra paziente e sistema sanitario.

Facendo un ampio sguardo a quelle che sono e saranno le funzioni del farmacisti negli altri Stati possiamo notare che :

 

Nello stato della California i farmacisti sono autorizzati a somministrare un’ampia gamma di vaccinazioni, a dispensare pillole contraccettive e alcuni farmaci per viaggi internazionali.

La legislazione riconosce il valore aggiunto che i farmacisti possono apportare in contesto di espansione dell’accesso alle cure per i pazienti. Questo disegno di legge è la prova che l’istruzione e le competenze del farmacista vanno ben oltre la semplice consegna del farmaco al paziente. Peraltro, in California, il farmacista già somministra il vaccino antinfluenzale e può dispensare la contraccezione d’emergenza, a questo si aggiungerebbero: la somministrazione di farmaci e prodotti biologici, inclusi contraccettivi ormonali e la prescrizione di farmaci per la disassuefazione dal fumo e di medicinali che non richiedono diagnosi preventiva e che sono raccomandati per i viaggiatori internazionali; infine può ordinare e poi interpretare test per monitorare e gestire l’efficacia e la tossicità delle terapie farmacologiche.

 

In Gran Bretagna possiamo notare una forte ridefinizione del ruolo del farmacista sul territorio, nella direzione di un profilo più clinico.

Farmacisti che possano contribuire pienamente e clinicamente, insieme al resto del team sanitario, a fornire il trattamento migliore ai pazienti. Farmacista clinico prescrittore indipendente, che collabora con il medico al quale rimane in carico la responsabilità complessiva della diagnosi. Questo significa che il farmacista sarà coinvolto nella iniziale scelta dei farmaci e poi nel monitoraggio del rispetto della prescrizione a lungo termine e nell’aggiustamento delle dosi in corso di terapia. Indipendentemente dal contesto in cui opera, il farmacista dovrà diventare “general practice clinical pharmacist” (farmacista clinico della medicina di base) e ci sarà anche il farmacista personale, cioè un professionista con il quale un paziente, scegliendo da un elenco pubblico, potrà scegliere di registrarsi, senza che ciò implichi un vincolo rigido a servirsi solo della sua farmacia. Intanto però quello che è certo è che ci sarà un considerevole avvicinamento tra farmacista ospedaliero e territoriale, grazie allo schema della Medicines reconciliation, un progetto ben dettagliato che prevede una stretta sorveglianza sulle terapie in atto e quelle di nuova prescrizione nel medesimo paziente. Per facilitare questo compito si è previsto che non appena possibile dopo la dimissione di un paziente, la lettera di dimissione viene inviata al medico di famiglia e al farmacista di comunità personale, nominato responsabile delle cure farmaceutiche per quel paziente. Un segnale chiaro di quanto sia centrale la figura del farmacista in questo processo che l’equipe sanitaria intraprende per assicurarsi che la lista di farmaci, sia da prescrizione che da banco, che un paziente sta assumendo sia esattamente la stessa lista che hanno: il paziente, i suoi familiari, il suo medico, il suo farmacista, il suo team ospedaliero.

 

Diviene realtà in Belgio uno dei capisaldi della pharmaceutical care, ovvero l’istituzionalizzazione del consulto farmaceutico da parte del farmacista del territorio. I cittadini di questo paese possono recarsi in farmacia per prenotare una visita privata con il proprio farmacista, che provvede a organizzare il consulto in un’area attrezzata per garantire la necessaria confidenzialità. Il servizio è rivolto ai pazienti cronici mediante un colloquio, diretto a chiarire ogni dubbio riguardo le modalità di assunzione dei farmaci (con particolare attenzione al rispetto della compliance e all’ottimizzazione della terapia). Il consulto viene ripetuto a cadenza trimestrale, al fine di valutare i progressi e, allo stesso tempo, testare l’efficacia dei precedenti colloqui. Il servizio, completamente gratuito per i pazienti, ha come target iniziale le persone affette da asma e altre patologie croniche.

 

La maggior parte degli italiani ha la necessità di entrare in farmacia almeno una, due volte al mese. Secondo una breve statistica 80% di essi  richiede dei miglioramenti, come una maggior specializzazione e auspicano a una liberalizzazione del sistema, stimolando a migliorare prodotti e servizi.

In un contesto dominato da numerose sfide ma anche da nuove opportunità, si denota un farmacista consapevole delle dinamiche trasformative in atto.

Vi sono notevoli aspetti preoccupanti quali, soprattutto, la crescente riduzione dei margini, l’ingresso e la consecutiva ascesa delle grandi catene sul mercato italiano ( Boots, Lloyds per dirne qualcuna) e gli effetti che la scontistica ha sulla popolazione. Tutto questo accompagnato dall’incertezza della normativa sulla professione ancora in evoluzione.

 

Lavorando in una Farmacia all’avanguardia e grazie alla stretta collaborazione titolare-dipendente, ho potuto analizzare i lati principali che una farmacia deve sviluppare.

I cambiamenti della farmacia vanno verso un sempre più intenso impiego della tecnologia, una maggior caratterizzazione commerciale e un’elevata capacità di unire attività e competenze all’interno del punto vendita.

Tutto questo si traduce in delle modifiche crescenti mediante l’uso della cosiddetta formula drugstore, sostenuta anche da grandi catene internazionali; la moltiplicazione dei servizi offerti; la crescita della vendita via internet.

Ne consegue che la maggior parte dei farmacisti aspiri sempre di più a un modello ibrido di farmacia, per diventare una funzione puramente commerciale. Per ovviare a questa trasformazione sempre più graduale che fa della figura del farmacista un semplice venditore al banco, perdendo la professionalità e importanza sviluppatasi negli anni, bisogna puntare su un aumento della componente consulenziale a fronte di un costante aggiornamento, su un incremento della funzione di controllo dell’aderenza alle terapie e apertura all’intero “network” del mondo della salute.

Si delinea quindi una sfida crescente su quella che sarà la farmacia del futuro.

L’accessibilità della farmacia rappresenta per i cittadini una grande occasione di contatto con il servizio sanitario, di informazione e di supporto sia nella prevenzione che nella cura di molte patologie. Per questo le aspettative che si ripongono in esse sono molto elevate: dai test diagnostici di prima istanza agli screening di prevenzione all’utilizzo di dispositivi strumentali, dalla richiesta di prestazioni a domicilio con consegna di relativi farmaci a iniziative educative per favorire l’aderenza alle terapie, dalla prenotazione per via telematica di visite ed esami all’offerta delle prestazioni di altri operatori (infermieri, fisioterapisti). Processi che potrebbero essere affiancati anche dalla presenza delle case farmaceutiche per renderli sempre più innovativi e importanti.

In questo processo evolutivo la tecnologia e l’informatizzazione giocano un ruolo decisivo in particolare per i servizi di telemedicina e di pharmaceutical care volti a garantire il monitoraggio delle terapie, il corretto uso del farmaco e l’aderenza dei pazienti alle cure farmacologiche.

Uno dei principali obbiettivi è far sì che questi servizi possano essere offerti in maniera omogenea sul territorio, sfruttando la rete capillare delle farmacie e  di esse la presenza di determinate catene tale da associare a quel nome una garanzia nei servizi svolti, per chi venga anche da altre zone di Italia, rafforzando quindi il loro ruolo di primo presidio sociosanitario integrato nel Ssn.

 

Per un futuro più sostenibile e inclusivo in Europa occorre ampliare il ruolo della farmacia comunitaria e rafforzare i sistemi di assistenza primaria.

Ognuno sia esso farmacista, medico, infermiere, qualsiasi esercente facente parte dell’ambito sanitario, dovrà dare il  il proprio contributo per ottenere un sistema sanitario sostenibile e di qualità, eliminando così fonti di spreco e inefficienza.

Per far tutto ciò innanzitutto bisogna oltre che aumentare i servizi della farmacia territoriale, poc’anzi descritti, promuovere la prevenzione ma anche una migliore gestione delle condizioni croniche e a lungo termine del paziente. Investire in questa tipologia di servizi ha già dato prova di essere il modo più efficace per migliorare l’aderenza dei pazienti e la loro salute, pur mantenendo un buon rapporto costo-efficacia.

Integrare meglio le farmacie territoriali nella rete di assistenza primaria. Per quanto riguarda questo punto, si potrebbe riconoscere i farmacisti come fornitori di servizi sanitari primari per migliorare l’accesso ad esempio al pronto soccorso o all’ospedale in genere. Ad esempio tramite il servizio di triage, che permetterebbe di contribuire a spostare l’assistenza dalle cure secondarie, ormai sovraccariche.

Migliorare l’accesso a farmaci innovativi e biotecnologici, attualmente distribuiti per conto della asl di appartenza. Condizione questa che aumenta di gran lunga l’attesa di un farmaco per il paziente costretto ad aspettare anche talvolta  più di un giorno per farmaci spesso “salvavita”.

Questo significa non solo aumentare la fornitura di questi prodotti, ma anche garantire un adeguato follow-up dei pazienti attraverso le farmacie. In modo da combinare il servizio di dispensazione in farmacia con il supporto all’uso sicuro ed efficace di questi farmaci da parte dei pazienti. Un’azione di questo tipo permetterebbe inoltre di valutare l’efficacia e il valore aggiunto terapeutico dei medicinali innovativi, grazie a prove evidenti generate dall’interazione diretta con chi ne fa uso.

Incentivare l’assunzione di farmaci generici grazie al supporto delle farmacia, per fare in modo che le cure siano accessibili a tutti.

Impegnare la farmacia nell’utilizzo corretto degli antibiotici presi dai pazienti spesso senza nessun controllo medico per contrastare l’ormai diffusa resistenza antimicrobica, migliorare la copertura vaccinale e mettere in campo piani di minimizzazione del rischio per altre terapie medicinali.

Si deve creare una farmacia polifunzionale, che non si limiti a distribuire farmaci e prodotti ma diventa sempre più polo di aggregazione di servizi e consulenze, prese in carico totali del paziente che si ha di fronte interconnettendolo in tutte le sue sfaccettature da quelle umane a quelle sanitarie e di benessere, diventando garante del bisogno primario di quest’ultimo.

Specializzazione in ogni campo da quello farmaceutico a quello cosmetico, veterinario, fitoterapico, omeopatico per un maggiore focus su competenze distintive e quindi un’offerta sempre più personalizzata. Apertura, per un maggior dialogo non solo con il paziente ma con tutta la filiera sanitaria.

 

Importante è allora capire dove si direzionano le tendenze nel mondo della salute e quali sono le dinamiche che dovranno svilupparsi in futuro.

Una professione in cambiamento e in evoluzione rispetto ai modelli del passato, ma che pur con i mutamenti messi in atto nella società resta un punto fermo nel bisogno di salute del paziente, perché è il primo e naturale contatto del cittadino.

Una farmacia sempre più attenta e vicina ai suoi “pazienti”, a partire dalla creazione di reparti specializzati per ogni fascia di età e per rispettive patologie. Costante presenza del farmacista nelle varie fasi delle malattie, in particolar modo quelle croniche, che affliggono numerose persone e i parenti che sono affianco. Consecutivo monitoraggio di queste terapie sempre più difficili da seguire con annessa distribuzione di farmaci e assistenza domiciliare compreso l’utilizzo di analisi strumentali come elettrocardiogramma, holter cardiaco, holter pressorio (spesso strumenti salvavita per il paziente). Distribuzione di dispositivi medici per pazienti costretti a restare per lungo tempo allettati e affiancamento nella cura di malati che richiedono l’utilizzo della terapia del dolore.

Sostegno morale e psicologico al paziente mediante attività ludiche per i più piccoli come la clownterapia e per i più anziani. Stretta collaborazione con i medici di base e anche specialisti tale da affiancare i servizi diagnostici svolti nelle farmacie  al monitoraggio e approfondimento con i vari medici specialisti presso ospedali di eccellenza.

Un sistema di invio e ricezione ricette medico-paziente via informatica anche durante i giorni di chiusura degli studi dei medici di base, in modo da ovviare alla sempre più “assenza” di un controllo medico dei farmaci con richiesta di prescrizione e un conseguente controllo immediato effettuato dai farmacisti, diminuendo così anche il ricorso al pronto soccorso nei casi meno gravi.

I farmacisti sono per i clienti come dei fratelli minori o maggiori, loro conoscono del cliente ogni difficoltà, a volte lo vedono crescere, cadere, o vincere le sfide più difficili che la vita pone davanti..per questo dobbiamo prenderci cura dei nostri clienti, aiutarli ed essere il punto di riferimento primario delle loro vite.

Se dovessi fotografare in un’immagine il farmacista del futuro, vedrei due mani che si stringono con al centro un cuore , simbolo di collaborazione, fiducia, sicurezza e affidabilità che il paziente deve avere e sentire della propria vita in mano al farmacista, ricordando che il presente è la migliore opportunità per il futuro.

Mazzotta Marialaura