Emoglobina glicosilata e rischio ictus

EMOGLOBINA GLICOSILATA E RISCHIO ICTUS

Care lettrici e cari lettori, vorrei attirare la vostra attenzione su un problema serio che viene molto spesso trascurato.

Spesso parlo di diabete, come malattia subdola, come prevenirla e, soprattutto, come tenerla sotto controllo con una adeguata alimentazione.

Si parla, finalmente, di prediabete, come situazione predisponente al diabete di Tipo 2.

Che cosa è il prediabete e come si può diagnosticare?

Con dei semplici esami, che il vostro medico può consigliare se ne ravvede la necessità, tra cui una curva glicemica ed insulinica ed il dosaggio della Emoglobina Glicosilata (HbA1c).

I livelli di emoglobina glicosilata (HbA1c) sono un indicatore della concentrazione media di glicemia ematica negli ultimi 2-3 mesi, ed è un marcatore ben noto in chimica clinica e nella pratica medica ed è raccomandato dalla American Diabetes Association (ADA) e WHO per la diagnosi di diabete.

Il glucosio è il più importante zucchero che usa l’organismo e lo ricava da tre elementi del cibo – proteine, grassi e carboidrati – ma maggiormente dai carboidrati.

Il glucosio è la maggior fonte di energia per la vita delle cellule e viene trasportato ad ogni cellula dal flusso sanguigno. Le cellule non sono in grado di utilizzare il glucosio senza l’aiuto dell’insulina.

L’esame della Emoglobina Glicosilata permette quindi di sapere se lo zucchero presente nel sangue è normale o troppo alto, e soprattutto da quanto tempo è troppo alto

È il test diagnostico più usato per stabilire la qualità del controllo metabolico degli zuccheri nel sangue di una persona.

La misura istantanea del glucosio nel sangue (cioè l’ammontare degli zuccheri presenti nel circolo ematico al momento stesso in cui il Test viene eseguito) si chiama Glicemia e viene normalmente misurata in mg/dl (milligrammi a decilitro). Molto spesso si confonde la misurazione della glicemia con la misurazione del diabete. Molti, infatti, dicono che si misurano il diabete, ma in realtà stanno misurando il valore della glicemia in quell’istante.

Cosa misura il test della Emoglobina glicata.

Il test dell’emoglobina glicosilata misura lo zucchero, presente nel flusso sanguigno, che può legarsi all’emoglobina dei globuli rossi (l’emoglobina è la parte dei globuli rossi che porta l’ossigeno) tramite un processo chiamato glicosilazione.

Una volta che lo zucchero si lega all’emoglobina, vi rimane per l’intera durata della vita del globulo rosso, che è di circa 120 giorni.

Maggiore è il livello di zucchero nel sangue, maggiore è la quantità che si lega alla emoglobina dei globuli rossi.

Maggiori sono i danni che questa elevata concentrazione di zucchero nel sangue produce ai vari distretti del corpo

Prove epidemiologiche hanno suggerito come i livelli di HbA1c siano un fattore di rischio indipendente per eventi cardiovascolari come infarto miocardico, ictus, malattia coronarica e insufficienza cardiaca.

Che venga diagnosticato il diabete oppure no, elevati livelli di emoglobina glicata (HbA1c) che livelli nella normalità, sarebbero associati a un aumento del rischio di ictus. Questo appare su un recentissimo lavoro pubblicato da Journal of the American Heart Association (http://jaha.ahajournals.org/content/7/11/e007858).

I ricercatori hanno preso in considerazione 29 studi su popolazione, con complessivamente, più di 532mila persone, con e senza diabete. Sono stati raggruppati i partecipanti in tre categorie:

  • diabetici, con HbA1c inferiore o uguale a 6,5%,
  • pre-diabetici, con HbA1C compresa tra 5,7% e 6,5%
  • e non-diabetici, con HbA1c inferiore a 5,7%.

Dai risultati di questi studi, sarebbe emerso che gli adulti con HbA1c che rientrava nei valori ‘diabetici’ avevano un rischio significativamente aumentato di primo evento di ictus rispetto a quelli con HbA1c inferiore a 5,7%. E per ogni incremento di un punto percentuale di HbA1c in questo gruppo, ci sarebbe stato un aumento del rischio di primo episodio di ictus del 17%.

Tuttavia, analizzando gli studi che hanno esaminato il primo evento di ictus ischemico, si è riscontrato che il rischio di contrarre un primo evento di ictus ischemico sarebbe significativamente aumentato anche per le persone in condizione di prediabete e addirittura senza diabete.

In sintesi, gli aumenti di HbA1c sono correlati ad aumento del rischio di un primo evento di ictus ischemico, indipendentemente se diagnosticato o no il diabete mellito, e che la prevenzione delle complicanze macro vascolari dovrebbero tenere presente soglie inferiori di HbA1c e variazioni, anche piccole, nei valori normali.

Ripeto, l’aumento dei livelli di HbA1c in piccole percentuali, anche per le persone che hanno valori normali, aumenterebbe il rischio di ictus ischemico.

Questi risultati suggeriscono che un controllo più stretto dell’Emoglobina Glicosilata può e deve essere richiesto per prevenire l’ictus ischemico.

Questi dati sono anche stati confermati anche da lavori pubblicato su BMJ Open 2016 e 2017, in cui si asseriva che i valori di HbA1c sono un fattore predittivo di rischio affidabile per tutte le cause di mortalità cardiovascolare sia nei diabetici che nei non diabetici.

A questo punto sorge la domanda:” Come aumenta l’emoglobina glicosilata?”

Vi racconto adesso come aumenta l’emoglobina glicosilata con la classica impostazione della dieta giornaliera, SPERANDO di avere una nutrizione corretta e sana.

  • Colazione con latte, fette biscottate con marmellata o miele. Senza dover trascurate un cappuccino con cornetto. Integrale o meglio vegano.
  • Metà mattino spuntino, perché c’è un certo languorino, con un dolcetto o, per i più puristi, con dei cracker o biscotti integrali.
  • Pranzo con un bel primo, verdura e frutta.
  • Pomeriggio spuntino.
  • Cena, forse un po’, dico un po’ di carne, (c’è la convinzione che la carne fa male), verdura e frutta. Formaggio, se piace.
  • Senza dimenticare il pane, di cui non si riesce a fare a meno, ed i legumi, perché si è sentito dire che sono proteine.
  • Non mangiamo uova, perchè convinti che aumentano mil colesterolo, ed il pesce, forse, due volte a settimana (convinti che sia pieno di metalli pesanti e mercurio).
  • E, soprattutto, quanti mangiano solo frutta o un bel gelato per pranzo, convinti di non ingrassare.

Quanti di voi si comportano così, pensando di fare una dieta sana?

NIENTE DI PIÙ SBAGLIATO. 

E vi spiegherò a voce perché.

Ciò che è veramente dannoso non è il piatto di pasta della domenica o la fetta della crostata della nonna. E’ quella glicemia alta tutti i giorni, e più volte al giorno. A lungo andare crea una concentrazione di zucchero nel sangue che l’insulina non riesce a “smaltire” nella dovuta maniera, e rimane alta durante la giornata.

Come ripeto sempre, BISOGNA PREVENIRE IL DIABETE, (che è una malattia subdola, che non dà dolore, ma quando arrivano i danni che crea non si curano più), ove possibile, attraverso lo stile di vita e la giusta nutrizione, ed il sistema NutriSalus aiuta a prevenire e tenere sotto controllo il diabete e le patologie correlate.

Dott Angelo De Martino