L’autismo e l’alimentazione

L’autismo e l’alimentazione

Che cos’è l’autismo? con il termine autismo si intende una patologia variabile sia nell’espressione qualitativa che quantitativa dei sintomi, sia nella sua base eziologica.
Possiamo dire che sono delle alterazioni del sistema nervoso che avvengono a partire dalla fase embrionale.
Qual’è la sua causa? ancora ad oggi non si sa con precisione , concorrono si cause genetiche che ambientali.
Nei gemelli identici ( omozigoti) ad esempio è stata osservata una elevata concordanza ( 70-90% ) per l’autismo. Nei gemelli non identici ( dizigoti) la concordanza invece è molto bassa ( 0-10 %). Questo a dimostrazione di quanto la genetica infici sulla malattia ; negli omozigoti si condivide lo stesso patrimonio genetico, mentre nei dizigoti solo il 50%.
L’esistenza di una base genetica per l’autismo è inoltre supportata dalla osservazione che nelle famiglie con un bambino autistico, il rischio di avere un secondo bambino affetto da autismo è del 25% superiore a quella di una coppia con figli sani.
Vi sono poi numerosi studi, che confermano l’ipotesi genetica in quanto riportano di alterazioni ( mutazioni) genetiche o cromosomiche evidenziabili dall’analisi delle cellule di soggetti con autismo; ne sono esempi le mutazioni del cromosoma X fragile, della Sclerosi Tuberosa, della sindrome di Angelman: tutte queste alterazioni sono favorenti l’insorgenza dell’autismo.
Secondo molti ricercatori però tra le cause dell’autismo vi sono anche i fattori ambientali, come l’esposizione della madre , durante la gravidanza ad infezioni virali quali il virus della rosolia ed il citomegalovirus o a sostanze chimiche come la talidomide o acido valproico.
I due fattori di rischio, il genetico e l’ambientale, secondo i ricercatori non debbono essere necessariamente considerati in modo separato. Per meglio dire , può capitare che una espressione genetica non adeguata possa comportare un rischio latente per l’autismo e che sia invece la presenza di uno o più rischi ambientali a potenziare lo sviluppo della patologia.
Sempre stando agli studi condotti dai ricercatori è molto probabile che l’autismo sia il risultato di un’alterazione dello sviluppo del S.N.C che può avvenire in momenti diversi della gravidanza ovvero prima, durante o dopo la nascita e i fattori concorrenti sono sia quelli genetici che ambientali, presi individualmente o in sinergia tra loro.
Negli anni’80 la psicologa Uta Frith aveva osservato che alla base della manifestazione dell’autismo vi era una debole coerenza centrale, ovvero i pazienti autistici dimostravano una limitata capacità di comprensione del contesto globale di una determinata situazione, ma allo stesso tempo dimostravano di percepire con dovizia di particolari le piccole parti di un oggetto.
Quindi l’autistico dimostrava interesse per il particolare, il dettaglio e non per il contesto generale, reale che lo circonda. Studi successivi di neuro-psicologia hanno poi evidenziato che nell’autistico vi sarebbe una mancata comunicazione o disconnessione tra aree diverse della corteccia cerebrale, le stesse che presiedono al comportamento sociale e al linguaggio.
Una disconnessione durante lo sviluppo embrionale o fetale , potrebbe essere potenzialmente causata da una mancata formazione delle sinapsi o dalla formazione di sinapsi disfunzionali, da un’anomala migrazione dei neuroni, da un numero alterato di neuroni, da un’alterata formazione e crescita degli assoni,ecc…
Un’ipotesi di lavoro di ricerca e potenziale futura terapia, potrebbe essere secondo gli scienziati, quella di individuare con abbastanza accuratezza, quei geni coinvolti nel processo di malformazione neuronale e studiare come l’ambiente uterino, sottoposto a fattori ambientali di rischio possa influenzare la mutazione dei geni.
Lo scopo di questo studio è quello di individuare dei biomarkers potendo così fare una diagnosi precoce con conseguente terapia. Da queste ricerche ne deriverà lo sviluppo di nuovi farmaci e nuove strategie pre e post natali che porterebbero ad un netto miglioramento delle patologie.
Quanto può incidere il tipo di alimentazione sull’autismo?
Gli studi dimostrano che i disturbi gastrointestinali nei bambini autistici sono 4 volte più diffusi rispetto alla popolazione generale. Gli autistici presentano alterazione della composizione del microbiota intestinale che si manifesta con sintomi quali stitichezza e diarrea,
La correlazione tra disfunzioni gastrointestinali e sintomi comportamentali, insieme alle disfunzioni psicopatologiche, dimostra che esiste un rapporto stretto tra intestino e cervello.
Studi su animali e sull’uomo , per quanto ancora da approfondire, suggeriscono che alterazioni del microbiota intestinale, nei primi anni di vita, potrebbero portare ad alcuni disturbi del neuro-sviluppo tra cui l’autismo.
Per quel che riguarda l’aspetto nutrizionale , ciò che oggi è chiaro è che i problemi gastrointestinali che coinvolgono esofago, stomaco, intestino tenue e colon, sono molto comuni tra i bambini con l’autismo.
Spesso i bambini con autismo sono intolleranti ad una vasta gamma di cibi e additivi alimentari e a cibi con alti contenuti di salicilati, fenoli ed ossalati.
Scegliere una dieta adeguata per un bambino autistico è il primo passo per migliorare la salute ed il suo benessere.
Una dieta priva di glutine e caseina, secondo gli scienziati, è una delle diete di base più comune al fine di alleviare i sintomi della patologia dell’autismo.
Eliminare questi alimenti aiutano i bambini a sentirsi meglio, si riduce la disattenzione, la iperattività, migliora il linguaggio e diminuiscono i disturbi digestivi.
Da ciò si capisce come ogni bambino affetto da autismo debba seguire una dieta personalizzata e debba essere seguito sia da un pediatra che da un nutrizionista.
La privazione ,nella dieta, di prodotti caseari porta però ad una carenza di calcio nei bambini, che dovrà essere necessariamente integrata attraverso altre fonti alimentari, insieme alla vitamina D che ne aiuta l’assorbimento.
I cibi da preferire nella dieta per un soggetto autistico , sono:
olio di cocco; olio d’oliva; olio di sesamo; latte di riso; latte di noci; latte di cocco; riso; quinoa; amaranto; grano saraceno; miglio; tapioca; mais organico; fecola di patate; uova; pesce; pollo; carni; legumi
Come altro esempio di dieta nell’autismo, ricordiamo la dieta SCD che si basa sull’eliminazione di tutti gli zuccheri ed amidi complessi, oltre al glutine e alla caseina.
Eliminando gli zuccheri e gli amidi si riducono gli effetti negativi che i batteri e lieviti patogeni intestinali sviluppano.
La dieta SCD è stata utilizzata dai primi anni ’50 fino al 2004.
Dal 2004 è stato messo appunto dagli specialisti di settore, un vero e proprio protocollo terapeutico chiamato GAPS ( GUT and PSYCHOLOGY SYNDROME) che introduce nella dieta tutti quegli alimenti che favoriscono lo sviluppo della microflora intestinale.
Sono escluse, da tale dieta, tutte le farine comprese quella di riso e di mais, tutti i cereali, molti legumi e verdure amidacee, come le patate ed i tuberi, lo zucchero e la soia.
Si prediligono, invece, i brodi di carne fatti in casa, i cibi fermentati come le verdure ed il pesce, lo yogurt fermentato, il kefir, la panna acida ( questi ultimi solo se fatti in casa e ben tollerati dal soggetto).
Ovviamente questa sarà una dieta temporanea da seguirsi solo per due anni, dopo di chè i cibi vietati verranno man mano reinseriti.
Da pubblicazioni recenti, la dieta chetogenica sta guadagnando maggiore attenzione, grazie ai dimostrati effetti benefici sulle condizioni neurologiche.
Da uno studio condotto su 45 bambini di età compresa tra i 3-8 anni con diagnosi di autismo, dopo 6 mesi di dieta chetogenica e di dieta priva di glutine e caseina sotto stretto controllo, si è visto un significativo miglioramento del quadro neurologico. I bambini che avevano seguito maggiormente la dieta chetogenica, avevano ottenuto risultati migliori in termini di cognizione e socialità.
Ovviamente necessitano ancora numerosi studi per confermare questi risultati. Vi sono inoltre dei micronutrienti come la vitamina B6 ed il magnesio che hanno un ruolo altamente positivo nella diminuzione dei sintomi dell’autismo. Altra sostanza molto importante per il corretto funzionamento cerebrale sono gli omega 3, infine chiudiamo l’articolo sull’autismo e l’alimentazione dicendo che è stato pubblicato uno studio sul pro-biotico lactobacillus plantarum PS128, la cui regolare somministrazione ha portato al miglioramento di alcuni sintomi da autismo. Lo studio è stato pubblicato nel mese di Aprile dell’anno 2019 sulla rivista scientifica ” Nutrients”.

Dott.ssa Michela Gasparrini

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