Sterilizzazione, Disinfezione ed Antisepsi

Sterilizzazione, Disinfezione ed Antisepsi

Di Antonino Annetta

L’epidemiologia delle infezioni, in particolare di quelle nosocomiali ha rivestito nel nostro secolo un ruolo di sempre maggior interesse.

Già nel 1843 il Dr. Oliver Wendell Holmes pubblicò il saggio “La contagiosità della febbre puerperale”, dove individuava nelle mani non adeguatamente lavate dei medici la possibile causa delle complicanze settiche, spesso mortali, delle partorienti. Più tardi Pasteur scoprì le basi microbiologiche del contagio e Lister dimostrò l’efficacia d’uso di un antisettico nella prevenzione della sepsi postoperatoria.

Ancora oggi le infezioni ospedaliere sono causa di morbilità, talora di mortalità, e di costi aggiuntivi di ospedalizzazione, spesso legati ad un aumento dei tempi medi di degenza. Tutto ciò ha portato alla sintesi e all’utilizzo di numerose molecole chimiche per le procedure di disinfezione e di antisepsi che, insieme ai mezzi fisici usati nei protocolli di sterilizzazione, si prefiggono l’obiettivo di controllare e ridurre l’incidenza di tali infezioni.

In tale senso assume fondamentale importanza informare e formare l’utilizzatore finale sulla scelta del disinfettante per un determinato protocollo, sulle modalità di utilizzo, sui possibili effetti tossici.

Sebbene le definizioni di sterilizzazione, disinfezione ed antisepsi siano oramai generalmente accettate, è frequente vedere usati scorrettamente tutti e tre questi termini specialmente da personale sanitario in ospedale. L’esatta distinzione fra questi tre termini e la conoscenza di base di come ottenere e controllare ciascuna di queste tre situazioni sono importanti se si vogliono applicare concretamente le nozioni generali che sono note da tempo, pertanto è sembrato opportuno definire e chiarire il loro significato.

Con il termine di sterilizzazione si intende un processo fisiologico o chimico in grado di distruggere tutte le forme di vita batterica, incluse le spore. Essa viene considerata intervento di prima scelta in presenza di agenti microbici e/o situazioni a rischio infettivo elevato, da applicare in tutti i casi in cui le caratteristiche di composizione e struttura del materiale lo consentono. Tutte le volte che è indicata la sterilizzazione è preferibile impiegare i mezzi fisici. Esistono, comunque, una varietà di agenti germicidi chimici che, se usati in modo appropriato possono dare una disinfezione di alto livello, talora uguale ad una sterilizzazione.

La disinfezione è, invece, un procedimento che consente di ridurre il numero dei batteri patogeni in fase vegetativa a livelli di sicurezza per la salute. Può essere attuata con mezzi fisici (calore) o chimici (disinfettanti).

La disinfezione può essere di:

– “alto livello” quando si impiegano disinfettanti che abbiano efficacia anche sulle spore batteriche, per cui si ha neutralizzazione dell’intera carica batterica;

– “livello intermedio” quando sono utilizzati disinfettanti efficaci contro il bacillo tubercolare e contro i funghi;

– “basso livello” se si impiegano disinfettanti in grado di uccidere le forme vegetative dei batteri e dei funghi, nonché alcuni virus.

In questi ultimi due casi la carica batterica è indotta a livelli innocui per la salute.

L’ antisepsi è, invece, un processo finalizzato alla eliminazione e/o alla riduzione, a livelli giudicati sicuri per l’igiene pubblica, dei microrganismi presenti sulla cute o su altri tessuti viventi. Quindi, con il termine “disinfettanti” si intendono quegli agenti chimici usati per il trattamento di oggetti e superfici, mentre il termine “antisettico” viene riservato alle sostanze destinate all’utilizzo su tessuti viventi. Le sostanze impiegate in antisepsi sono utilizzabili anche in disinfezione, mentre non si può dire il contrario. Nella pratica quotidiana, in realtà, il termine preferito è quello di disinfettanti, che sostituisce spesso quello più appropriato di antisettico.(1)
La scelta del disinfettante è in funzione di una serie di parametri, il primo dei quali è l’oggetto da trattare. Infatti, per convenzione internazionale, gli oggetti vengono divisi in “critici”, “semicritici” e “non critici”, in relazione al rischio che deriva al paziente dall’uso degli oggetti stessi. Inoltre, il disinfettante o antisettico ideale dovrebbe avere i seguenti requisiti:

– preferibilmente monocomposto, eccetto formulazioni che utilizzano l’alcool come veicolo;

– ampio spettro d’azione;

– proprietà battericide, sporicide, fungicide, virucide;

– rapida insorgenza e lunga durata d’azione;

– attivo anche in presenza di materiale organico;

– atossico per l’uomo alle concentrazioni d’uso;

– bassa resistenza;

– buona liposolubilità;

– non macchiante per gli oggetti e le superfici;

– non corrosivo per i materiali;

– di costo contenuto.

E’ importante, infine, considerare i seguenti fattori che possono influenzare l’azione degli antisettici e dei disinfettanti:

– contatto con i microrganismi;

– presenza di sostanze organiche;

– durata dell’esposizione;

– concentrazione;

– temperatura, umidità e pH, parametri in grado di influenzare la cinetica e l’intensità dell’azione germicida;

– durezza dell’acqua;

– coloranti aggiunti, importanti in quanto possono provocare dermatiti da contatto, inattivazione parziale o totale della soluzione;

– condizioni biologiche (carica batterica iniziale e sue caratteristiche)(2)

La scelta appropriata del disinfettante e dei protocolli di sterilizzazione rappresenta un fondamento nella prevenzione delle infezioni. Gli agenti fisici, come il calore secco o umido, costituiscono una metodica di prima scelta nelle tecniche di sterilizzazione, mentre i germicidi chimici sono usati primariamente per la disinfezione e per l’antisepsi.

Nel 1981 i CDC ( Centers for Disease Control) di Atlanta produssero una serie di linee guida per la prevenzione ed il controllo delle infezioni ospedaliere, che, periodicamente aggiornate, ancora oggi costituiscono un punto di riferimento per tutti gli operatori sanitari interessati a questo problema.

Infatti, poiché non esiste un singolo gente chimico o una singola procedura di pulizia universalmente utile per tutte le finalità di disinfezione o di sterilizzazione, queste linee guida consentono di scegliere l’agente chimico e/o i protocolli di pulizia più adatti per un determinato utilizzo. Tale scelta si basa su diversi parametri, quali:

– livello di uccisione batterica richiesto (batteriostatico, battericida, sporicida, ecc.);

– natura e composizione dell’articolo da trattare,

– costo;

– eventuale tossicità dell’agente disponibile.(3)