Dott.ssa Silvia Lorenzoni
dottoressa in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche – Farmacista
La menopausa è un momento di transizione fisiologico nella vita della donna dovuta ad importanti cambiamenti ormonali che possono compromettere sensibilmente la sfera emotiva, mentale e sociale della donna. Si stima che entro il 2030 ci saranno 1,2 miliardi di donne in menopausa e post menopausa, con ulteriori 47 milioni di nuove entranti ogni anno. Le donne in menopausa manifestano diversi sintomi, quali vampate di calore, sudorazione eccessiva, disturbi del sonno, irritabilità, umore depresso, disturbo da deficit di attenzione, osteoporosi, dolori articolari ed ossei, aritmie e parestesie. Nel trattamento dei disturbi connessi alla sindrome postmenopausale viene ampiamente utilizzata la terapia ormonale sostitutiva, ma la terapia a lungo termine non è esente da rischi ed è controindicata in molte donne. Un altro approccio terapeutico consiste nella prescrizione di antidepressivi a basso dosaggio. Gli antidepressivi agiscono sui recettori della serotonina, un neurotrasmettitore sintetizzato dal cervello e da altri tessuti ed agisce come modulatore del sonno, dell’appetito, della salute delle ossa, della coagulazione del sangue, del desidero sessuale e della termoregolazione. Anche la terapia con antidepressivi però presenta numerosi effetti collaterali. Per questo molte donne scelgono fitofarmaci in grado di contrastare i sintomi della menopausa senza apportare rischi alla salute femminile. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che il Trifoglio Rosso e la Cimicifuga Racemosa sono in grado di alleviare i disturbi, mentre non sono concordi nell’attribuire la stessa proprietà al Fieno Greco, al Luppolo e alla Soia. Il Trifoglio Rosso contiene sostanze, dette isoflavoni, che agiscono come fitoestrogeni, poiché attivano i recettori a cui si legano gli ormoni estrogeni .
La Cimicifuga Racemosa è una pianta dicodiledine perenne della famiglia delle Ranuncolacee originaria del Canada e degli Stati Uniti orientali da cui sono stati isolati diversi composti attivi. Secondo l’Agenzia europea per i medicinali (EMEA) e il Comitato per i medicinali a base di erbe (HMPC), la Cimicifuga Racemosa è un’alternativa erboristica per alleviare i disturbi neurovegetativi associati alla menopausa, come ad esempio vampate di calore e sudorazione. In questa pianta sono presenti composti in grado di modulare la sindrome postmenopausale attraverso un’ attività neurotrasmettoriale sulla serotonina. È noto, infatti, che i cambiamenti nei livelli di serotonina che avvengono drasticamente durante la menopausa provocano diversi disturbi, in particolare portano ad una disregolazione termica e di conseguenza all’insorgenza delle vampate di calore. L’attività sulla serotonina endogena viene attribuita principalmente a delle sostanze, triterpeni ed alcaloidi, ampiamente presenti nel rizoma della Cimicifuga Racemosa. Sono stati effettuati degli studi al fine di indagare un’attività estrogenica diretta, poiché gli estratti di questa pianta possiedono funzioni simili agli estrogeni nell’attenuazione delle vampate di calore, nella riduzione della depressione e della perdita ossea. È stato isolato dalla pianta un isoflavone con attività di fitoestrogeno, la formononetina, tuttavia questa sostanza non risulta presente negli estratti vegetali in commercio. Per questo si ritiene che la Cimicifuga Racemosa può essere utilizzata nel trattamento dei sintomi della menopausa anche da pazienti con disturbi ormono-dipendenti, quali i tumori femminili. Poiché, inoltre, non sono stati riscontrati effetti proliferativi sul tessuto mammario, ovarico o sull’endometrio né aumento della densità del seno, in donne in menopausa naturale in trattamento con cimicifuga, la terapia con questa pianta sembra essere ben tollerata in donne affette da cancro mammario in terapia con tamoxifene, farmaco che induce o peggiora i sintomi della menopausa. È stato, inoltre, dimostrato che l’estratto di Cimicifuga Racemosa presenta un effetto protettivo rispetto alla fragilità ossea delle donne in menopausa, migliorando la densità dell’osso. La Cimicifuga Racemosa è associata a una bassa insorgenza di effetti avversi, tuttavia presenta degli effetti collaterali a carico del fegato. Il Comitato per i medicinali a base di erbe (HMPC), le cui considerazioni vengono prese in considerazione dagli Stati membri dell’EU nel valutare le domande di autorizzazione per i medicinali erboristici, elenca come effetti avversi della Cimicifuga Racemosa problemi epatici, reazioni allergiche cutanee, gonfiore del viso e delle estremità, disturbi intestinali ed indica che i pazienti dovrebbero interromperne l’assunzione qualora sviluppassero problemi collegati al fegato, quali stanchezza, perdita di appetito, ingiallimento della pelle e degli occhi, forte dolore alla parte superiore dello stomaco con nausea, vomito ed urine scure. La frequenza di insorgenza di questi effetti collaterali non è nota e si suppone che possa essere posta in relazione alla presenza di impurità e di adulteranti .
La Cimicifuga Racemosa si presenta, quindi, come un rimedio efficace e sicuro per alleviare i sintomi della menopausa e può essere usata con successo come alternativa alla terapia ormonale sostitutiva che risulta associata ad un aumento del rischio di cancro al seno, ictus ed embolia polmonare.
Bibliografia:
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