Iodio e Patologie Tiroidee

 

Lo iodio è un sale minerale, diffuso in natura ma sempre presente in percentuali molto ridotte. Sotto forma di ioduro, si trova nelle acque marine dove è piuttosto abbondante e nel nostro organismo si concentra a livello della tiroide, dove entra nella formulazione degli ormoni tiroidei. La carenza di Iodio interessa una fascia importante della popolazione mondiale, inclusa una percentuale non certo trascurabile di italiani. Si stima infatti che, a livello globale, circa due miliardi di persone soffrano di carenze iodiche, di cui circa un terzo in età scolare (World Health Organization, 2007). In Italia, i deficit di iodio rappresentano ancora un problema sanitario importante in alcune aree del territorio, infatti, lo iodio è presente in quantità così esigue nell’ambiente e negli alimenti che il fabbisogno minimo giornaliero non può essere soddisfatto tramite la comune alimentazione.

  1. La Tiroide

La Tiroide è una ghiandola endocrina costituita da cellule follicolari che producono e versano direttamente nel sangue i due principali ormoni: tirosina, (T4) e triiodotironina (T3).

Gli ormoni da essa prodotti, indispensabili per la vita, agiscono su tutte le cellule dell’organismo e, in modo particolare, promuovono lo sviluppo e il corretto funzionamento del sistema nervoso (soprattutto nel feto e nel neonato), agiscono sul sistema cardiovascolare permettendone un corretto funzionamento e regolano il metabolismo di proteine, zuccheri e grassi.

  1. L’importanza dello iodio

Lo iodio è il componente essenziale degli ormoni tiroidei. Dato che questa sostanza è scarsamente presente negli alimenti e nell’ambiente in genere, la tiroide la concentra e la conserva al suo interno per poi utilizzarla per la sintesi degli ormoni tiroidei. In natura la fonte principale di iodio è rappresentata dagli alimenti, soprattutto il pesce, mentre alimenti come il latte, le uova, la carne e i cereali ne contengono quantità minori. Il fabbisogno quotidiano di iodio è di 150mcg nell’adulto, aumenta in gravidanza e durante l’allattamento; ogni donna che programmi una gravidanza dovrebbe iniziare ad assumere 250mcg di iodio al giorno, come raccomandato dall’OMS, e l’assunzione dovrebbe proseguire fino al termine dell’allattamento al seno. Nei bambini con meno di un anno di età occorrono 50 mcg/die e nei bambini da 1 a 10 anni 90-120 mcg/die.

Dal momento che la tiroide dipende dall’ambiente esterno per l’apporto di iodio, un’alimentazione non adeguata influenza fortemente la normale funzione tiroidea; Per questo iper o ipo produzione di ormone tiroideo altera una serie di processi responsabili dell’insorgenza di patologie più o meno gravi che, per fortuna, possono essere diagnosticate e curate nelle fasi iniziali senza conseguenze sulla salute.

Le principali malattie della tiroide sono:

Gozzo :                     una patologia molto frequente che interessa tra il 10 e 20% della popolazione italiana e si caratterizza per un aumento volumetrico della tiroide in seguito ad una riduzione di T3 e T4.

Tiroiditi:                   delle quali la più frequente è la tiroidite di Hashimoto (a genesi autoimmunitaria)

Ipertiroidismo:      si manifesta se la tiroide funziona in eccesso, rilasciando troppo ormone nell’organismo.

Ipotiroidismo:       è una sindrome dovuta ad una insufficiente azione degli ormoni tiroidei a livello dei vari tessuti; spesso ciò avviene quando la tiroide non produce una quantità sufficiente di ormoni tiroidei.

Gli scienziati sanno da tempo che lo iodio è un nutriente fondamentale per la salute della tiroide e che la carenza di iodio è la ragione principale dell’ipotiroidismo; al contrario l’eccesso di iodio è riconosciuto come la causa di alcune forme di ipertiroidismo.

Il ruolo dello iodio è assai dibattuto anche nelle tiroiditi dove l’utilizzo, in caso di anticorpi elevati, non è raccomandabile come dimostrato da diversi studi scientifici poiché provoca un aumento ancora maggiore di anticorpi peggiorando lo stato infiammatorio della tiroide. Il meccanismo per cui lo iodio peggiora la tiroidite è legato a vari fattori tra cui la forte immunogenicità della tireoglobulina, fortemente iodinata, che può appunto innescare una risposta autoimmune contro la ghiandola tiroidea. Infatti diversi studi dimostrano che è più l’eccesso di iodio che la carenza a contribuire alla manifestazione della tiroidite di hashimoto, soprattutto in soggetti sensibili.

Ne deriva quindi che anche l’eccesso di iodio può essere dannoso per la tiroide e può alterarne la funzionalità (sia facilitando l’ipertiroidismo sia, in alcuni casi, bloccandone la funzionalità) e va quindi evitato. Sebbene le supplementazioni di iodio sotto controllo medico risultino particolarmente utili per alcuni individui è bene quindi non abusarne.

  1. Terapie e Prevenzione

I disturbi della tiroide non possono in realtà essere prevenuti. Tuttavia, mantenere la tiroide sana è importante. Tra i trattamenti disponibili vi sono i farmaci per abbassare, integrare o sopprimere la produzione di ormoni e la chirurgia per rimuovere la ghiandola tiroidea, a volte indicata in pazienti con tumori e gozzi particolarmente grandi. Dal momento che la sintesi degli ormoni tiroidei dipende dalla disponibilità di adeguate quantità di iodio la maggior parte degli integratori per la tiroide contiene questo minerale o fonti che ne sono particolarmente ricche (in generale estratti di alghe marine, come il fucus o la laminaria).

Per prevenire la carenza di iodio, L’OMS raccomanda di utilizzare come veicolo il sale alimentare arricchito con opportune quantità di iodio (sale fortificato con 30 mg di iodio/kg). L’attuale legislazione italiana, anche se prevede la produzione e la vendita di sale iodato su tutto il territorio nazionale, lascia però che il consumo di questo prodotto si mantenga su base volontaria. Questo ha comportato che dopo 14 anni dall’approvazione della legge lo stato nutrizionale iodico della popolazione è sicuramente migliorato. Il risultato più importante ottenuto in Italia in questi ultimi anni è che in alcune regioni il gozzo in età scolare può essere considerato sconfitto. Questi dati sono incoraggianti ma il risultato da raggiungere è che la condizione di iodiosufficienza si estenda a tutte le regioni italiane riducendo in tal modo il rischio di patologie tiroidee e di deficit neurocognitivi connessi alla carenza nutrizionale di iodio.

Dott.ssa Veronica Scarriglia

 

BIBLIOGRAFIA